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Il primo giorno a Tokyo della scorsa estate (2016) abbiamo festeggiato alla grande in casa Zoli-Ferrari: all’ Akihabara UDX, noto edificio in pieno quartiere otaku dove, dal 18 al 29 giugno, si è tenuta la mostra per i 30 anni dei Cavalieri dello Zodiaco. L’11 ottobre 1986, sul canale giapponese TV Asahi, veniva trasmessa per la prima volta questa serie dal successo interplanetario. Eccovi dunque il reportage definitivo su Saint Seiya 30th Anniversary Exhibition: Complete Works of Saint Seiya. Are you ready?

Col mio Amore e la nostra “piccola” Gozzillide ci siamo alzati praticamente all’alba per dirigerci ad Akihabara (Akiba per gli amici), il noto quartiere di elettronica ma soprattutto di giocattoli e gadgets di ogni specie nonchè paradiso di ogni nerd che si rispetti.  Roberto aveva già acquistato i biglietti in precedenza e, come potete vedere dalla mia foto in  fila,  compare su di esso un illustrazione di Pegasus/Seiya opera di Masami Kurumada, l’autore del manga. Costo d’ingresso: 1500 yen più tasse. La mostra -aperta sabato 18 giugno- durerà solo 12 giorni (praticamente uno giorno per ogni segno zodiacale) per poi spostarsi ad Hong Kong dall’ 8 al 31 agosto.

Appena usciti dal vagone della linea Yamanote notiamo i poster promozionali dell’evento con su le splendide immagini dei cavalieri di bronzo disegnati da Michi Himeno (che vedrete a breve) posti lungo tutto il tragitto della discesa alle scale mobili, ma andiamo per ordine anche perchè siamo ancora in fila ad attendere Fabio e Makiko, i nostri compagni di cazzeg…hem, di avventura. Non posso fare a meno di guardarmi intorno e notare più maschietti che femminucce e…quanti musetti nerdoni!

Superata la biglietteria eccolo pronto ad accoglierci Pegasus manga version, autografato da quel gran pezzo dell’ubaldo di Masami Kurumada. Foto di rito con la locandina e poi subito a nascondermi dietro il rodovetro di Andromeda/Shun, opera di Shingo Araki.  Decisamente meglio. In basso a destra un altro cel della serie disegnato dalla Himeno, acquistato precedentemente presso lo showroom di Nakano per soli 3.500 yen. Purtroppo non posso mostrarvi altri cel proprietà di famiglia poiché qualcuno non vuole.

All’ingresso, stampate su pannelli alle pareti, scene epiche del manga ma la vera e propria mostra si apre con uno shikishi del sensei Kurumada esposto in una teca. Non l’ho fotografato perchè non sono una fan del manga quindi di rischiare il linciaggio per immortalare quel disegno non mi è parso il caso. Vi mostrerò, invece, l’immagine tratta direttamente dal libro acquistato in loco (quello che contiene le illustrazioni della Himeno, per capirci). Alle pareti – tra un cielo colmo di costellazioni, da un lato, e tarocchi con su i segni zodiacali dall’altro- ecco le cornici contenenti le tavole originali del manga sia in bianco e nero che a colori.

Come già detto -per la mostra della Ikeda- è sempre un piacere poter ammirare dal vivo le opere originali di un autore. Osservare l’ inchiostro sul foglio, il lavoro con i retini, le correzioni col bianchetto e i testi appiccicati tramite pecette. E’ tutto estremamente affascinante ma… dove sono i disegni della Himeno? Non vedo ancora nulla sicchè entriamo nella saletta cinema dove proiettano in loop le sigle dell’ anime che il prode Spaziani conosce a menadito: si tratta dei due opening Pegasus Fantasy e Soldier Dream sebbene i video siano stati rimontati con immagini differenti rispetto alle sigle originali. Usciti dallo ” sgabuzzino”, finalmente, eccole qua:

Questi sono i meravigliosi, nuovi,  disegni di Michi Himeno, quelli già notati alla stazione di Akihabara in tutta la loro bellezza. Purtroppo però dei miei miti “Arakihimeno” alla mostra c’era poco e niente: qualche settei (turn-around dei personaggi) e pochissimi schizzi e disegni della serie come questa copia del genga di Eris, sempre della Himeno. Non era consentito scattare foto quindi scusatemi se non ho saputo trattenermi, purtroppo nell’artbook quest’immagine non era presente. Voi avreste resistito?

Alla destra di questo breve spazio Araki/Himeno vi sono quattro salottini “prova” con tenda annessa. All’interno dei quali è possibile simulare la vestizione di Pegasus grazie a dei sensori di movimento che proiettavano su uno schermo tutta la trasformazione. Credo abbiano scelto solo Seya per evitare al pubblico di congestionare la mostra con ulteriori file nel tentativo di provare tutte e 5 le armature. Io sono entrata con Spaziani e Makiko, mi sono posizionata in un punto segnalato sul pavimento, è partita la sigla fomentante di Pegasus Fantasy e via. Pronti per la prova costume? Volete vedere che cosa ho combinato? Fateve du risate va!

Ci siamo. Eccoci dinanzi le 12 armature a grandezza naturale dei cavalieri d’oro, vero fulcro della mostra. Da questo momento in poi è consentito scattare foto. Tra giappi e turisti sembra di stare sul red carpet di Cannes in quanto a fotografi. Dopo un primo accenno di commozione, superato il luccicone, mi sono ripigliata ed ho iniziato a passeggiare tra le statue e a scattare foto. Eccovi, dunque, lo spettacolo -inaudito- al quale abbiamo assistito.

Nel frattempo Noa scorrazza col papà lasciandomi fare le foto in tutta tranquillità cosa che da sola -e con tutta quella gente- non sarebbe stato possibile con altrettanta facilità. Mi chiedo se di tutte queste esperienze un giorno, Noa, ne avrà memoria. Per me no. 😀

Intanto ripassiamo un attimo nomi, cognomi, dati anagrafici, segni particolari e preferenze sessuali dei dodici fustacchioni rappresentati sul pannello.  Ce n’è anche uno italiano vediamo un po’ chi di voi lo vede per primo. Trovato?

La differenza di altezza delle pedane consente alle armature di  rispettare -realmente- le diverse altezze conferite per ogni personaggio. Eccovi, dunque, 3 carrellate prese da diverse angolazioni delle superbe fabulous twelve.

Chi siamo noi per non pubblicare un videobrutto™ con tutte le armature d’oro in tutto il loro splendore? Enjoy it!

Mi voglio rovinare: ecco a voi una super carrellata delle favolose armature d’oro postate in ordine di segno zodiacale sistemate anche lì  un po’ a casaccius, a dirla tutta quando ho cominciato a rifilare le foto ho fatto un gran casino, per cui…

Mu dell’Ariete – Aldebaran del Toro – Saga dei Gemelli.

Death Mask del Cancro – Aiolia del Leone – Shaka della Vergine

Sohko della Bilancia – Milo dello Scorpione – Aiolos del Sagittario

Shura del Capricorno – Camus dell’Acquario – Aphrodite dei Pesci

Con tutto questo sbrilluccicare ancora impresso sulle retine salutiamo i 12 giganti a 24 carati ed entriamo nell’area adibita ai Toys pronti per ammirare tutte le varie  action figures uscite per la saga nonchè le nuove D.D. Panoramation prodotte dalla Bandai. Da qui in poi per motivi di tempo (altrimenti sarei stata sull’articolo un’altra settimana), ho sacrificato un bel pò di foto di action figures, foto che inserirò in seguito.

Un ultimo videobrutto™ giuro! Nel mentre non possiamo che sorridere alla vista della T-shirt della tizia qui sotto.

Fantastici cartelli ci avvisano di non toccare il ben di dio esposto ma io, se non ci sono di mezzo Araki e la Himeno, resisto piuttosto bene.

Partiamo subito con i  modellini e qualche videogame vintage da collezione. Chissà quanti di  voi li avranno tra la propria fuffa…

Per i più fanatici anche le armature Bandai per lanciare il famoso fulmine di Pegasus. Senza sei out…proprio come me!

Primo piano su questi due brutt..interessantissmi modellini di Pegasus/Seya e Crystal/Hyoga. Mai più senza. Come no.

Giochi, giochi e ancora giochi. Di carte sostanzialmente. Non ne conosco l’utilizzo quindi proseguiamo.

Abbiamo anche il gadget di lusso: un prestigioso piatto tutto tempestato di pietruzze luccicanti e oro zecchino, prezzo 108,000 yen, na barzelletta! Per il servizio da 12 occorre accendere un mutuo.

Maglietta ufficiale della mostra e qualche esempio di folder (cartellina porta documenti) con su le immagini del manga di Kurumada.

La mostra si conclude con il poster promozionale della mostra ad Hong Kong. Non mi rimane che pagare gli acquisti (pochi per fortuna) e mostrarvi qualche immagine dell’interno dei libri che ho preso per ricordo.

Il libercolo di sinistra presenta sul retro l’immagine che avete visto in alto con i 5 cavalieri di Bronzo forgiata dalla sacra Himeno per la mostra, in vendita assieme al Catalogo in basso a destra  聖闘士星矢  PRECIOUS ARTWORKS from ギャラクシーカードバトル

Recentemente (tra il 2011 e il 2015) sono state prodotte, in tutto il Giappone, due serie di Pachinko e Pachislot contenenti sequenze animate della serie classica realizzate per l’occasione da diversi illustratori.  Questo artbook sulla destra le contiene tutte. I colori -come potete vedere, sono decisamente saturi, troppo carichi. Ma non potevo, di certo, lasciarlo lì.

Il discorso, ovviamente, non vale  per il sottilissimo pamphlet con le immagini di Michi Himeno che però contiene solo 27 pagine.
Spero di fare cosa gradita trascrivendo un riassunto dell’intervista della mitica character designer che assieme a Araki sensei ci ha regalato questo anime cult anni’90. Un grazie grosso così al mio Amore per avermi tradotto e adattato questa intervista.

Per cominciare quali sono le circostanze che l’hanno portata a partecipare alla lavorazione dell’anime dei Saint Seiya?
Hatano Yoshifumi san, il produttore della Toei Dōga (attualmente Toei Animation ndr.) era venuto a parlare con Araki Shingo per affidargli la caratterizzazione dei personaggi -tratti dal manga di Kurumada- per farne un anime. Così anch’io mi ritrovai a partecipare alla lavorazione dei Saint Seiya come chara-design. Era il periodo in cui la pubblicazione del fumetto originale era appena iniziata sulla rivista Jump e neppure il primo volumetto (tankobon ndr.) era ancora in vendida. Per questo Hatano-san ci portò, come materiale di riferimento, alcune copie delle tavole del manga che sarebbero state pubblicate di li a breve.

 


Quando ha letto l’originale di Masami Kurumada quali sono state le sue impressioni?

Il primo fumetto che ho letto di Kurumada sensei è stato proprio Saint SeiyaIn realtà conoscevo già il titolo di Sukeban Arashi e altri ancora ma poichè gli animatori sono poveri non mi ero potuta permettere l’acquisto di quei manga (ride).  Ancor prima di partecipare alla lavorazione di Saint Seiya ero già un’appassionata dell’antica Grecia e Roma quindi potei entrare agevolmente in quei mondi dal contenuto interessante raccontati dall’ autore. Dopo i Saint Seiya ho potuto lavorare a Fuma no Kojirou e Ring ni Kakero. Capita spesso di  continuare a lavorare con lo stesso autore. In passato ci venne proposto da Mitsuteru Yokoyama sensei di fare i chara-design dei personaggi principali per la sua versione di Sangokushi e per l’OVA di Babil Nisei (Babil Junior). Ho provato una strana sensazione perchè Babil Nisei fu il motivo per cui decisi di entrare nel mondo dell’animazione.

 

Ci può raccontare qualche aneddoto sulla creazione dei Cavalieri di quando era chara-design?
I personaggi di Kurumada erano tutti affascinanti e di facile di comprensione. Per questo abbiamo scelto la direzione che sintetizzasse l’ esaltazione dei caratteri dell’autore del manga aggiungendoci lo stile della Araki-Production. E’ stato difficile diversificare il personaggio di Saori (Lady Isabel) da quello di Shun (Andromeda). A Saori ho disegnato ciglia foltissime mentre ho cercato di differenziare Shun con sopracciglia più corrugate. Inoltre Shun aveva un’espressione dolce mentre Saori assumeva spesso un’espressione più severa. Sono stata salvata dal  fatto che in animazione i capelli possono essere di colori differenti (ride). Per Shun ho prestato attenzione nel dargli proporzioni più esili, proprie di un adolescente. Se dovessi fare un esempio: Shun ha il fisico più da giocatore di baseball del liceo che da giocatore di baseball (adulto) professionista. A volte ci sono stati dei colleghi che hanno disegnato i fianchi di Shun come quelli di una femmina (ride). All’epoca, poichè bisognava lavorare senza sapere l’evoluzione che avrebbe preso l’opera originale di Kurumada finii anche per disegnare Il Cavaliere d’oro dei pesci con una corporatura salda, forte. Non potevo prevedere che fosse “tipo Andromeda” (ride). Nella serie degli OAV di Hades ho disegnato dei nuovi model-sheet di Aphrodite che appare però solo sul finale della versione dei Saint Seiya dorati del capito di Hades. Finalmente, per i Pachinko e Pachislot (CR Saint Seya ) prima serie, ho potuto disegnare una vera e propria armatura d’oro per Aphrodite.


Nella versione anime anche il design delle armature è opera di Araki/Himeno?
In principio ci siamo attenuti al design delle armature originali dell’ autore del manga tuttavia ricevemmo dalla Bandai la richiesta specifica di aggiungere delle migliorie qualora fossero diventati giocattoli. Quindi, pur mantendo lo stile originale, aggiungemmo qualche modifica per la serie animata. Il design era sia mio che del Maestro. Ci si scambiava le idee e ci si correggeva a vicenda. Si può dire che siamo andati avanti ripetendo più volte questo procedimento. Con questo metodo -a prova di errore – è nata la prima tunica. Tuttavia ci furono dei problemi: gli animatori fecero fatica a disegnare l’elmetto a forma di testa di cavallo di Seiya. Quella forma  doveva essere disegnata in svariate angolazioni quindi feci bene a preparare più pagine dei model-sheet (disegni preparatori ) che ritraessero quell’elmetto nelle diverse angolazioni.


Docrates e gli altri personaggi originali dell’anime, come hanno visto la luce?
Per quanto riguarda Docrates quando ho letto la sceneggiatura ho subito pensato che fosse un uomo enorme, fu il primo personaggio originale e non capii subito cosa aggiungere e cosa sottrarre e finii per disegnarlo con un sacco di linee. Per quello che riguarda i cinque Sacri Guerrieri Fantasma me li affidarono con totale libertà d’azione sicchè li realizzai in modo che fosse possibile muoverli con più facilità. Non mi fu specificato di realizzare a tutti delle armature pertanto li feci così e ottenni l’OK (ride). Il personaggio preferito di Araki sensei era il Cavaliere di cristallo, apparentemente il maestro di Hyoga, personaggio molto Cool. Tuttavia nella  versione originale  entrò in scena Kamus, il cavaliere d’oro dell’ Acquario e fu difficile proseguire con coerenza. Anche  riguardo al capitolo di Asgard non ci furono particolari richieste. La Odin-Robe (armatura ndr.) in principio era stata concepita per Alberich in seguito, però, venne fatta indossare a Seiya sicchè ho pensato di cambiarla nella nuova Delta-Robe.

Quale personaggio preferisce?
Un personaggio piacevole da animare è stato Kiki. Si girava cambiando spesso espressione. E poi Tatsumi (maggiordomo, bodyguard e braccio destro di Saori) piacevole da disegnare perchè senza capelli (ride). Disegnare i capelli lunghi  è molto impegnativo se invece ti capita  un personaggio senza capelli vieni aiutato dal punto di vista del risparmio di tempo ed energie (ride).

In basso a sinistra ho fotografato il retro del pamphlet di cui sopra.  Per i 30 anni dell’anime avrei preferito una presenza più massiccia di materiale sull’animazione Araki/Himeno come: acetati, illustrazioni, shitajiki ed altro. Invece, armature escluse, sembrava fosse una mostra prettamente incentrata su Kurumada. Se non altro ho risparmiato gran soldi sui gadget. Leggermente delusa per ciò che riguarda i miei due idoli sono stata ampiamente ricompensata dal prezzo del biglietto, dalle splendide armature e, soprattutto, dal giro nel simulatore grazie al quale mi son divertita da matti. Approved!

3 Comments

  1. Carlo ha detto:

    MAGARI ESISTESSERO VERAMENTE I CAVALIERI DELLO ZODIACO , PEGASUS DRAGONE CRYSTAL E POI I CAVALIERI NERI DRAGONE NERO PEGASUS NERO ANDROMEDA NERO quando ero piccolo me li sognavo e quando dovevo svegliarmi c’erano Dragone nero e Dragone che si mettevano d’accordo se svegliarmi oppure no però qui in Friuli ci sono dei ragazzi che sono più gradi di me che assomigliano molto ai due dragoni che hanno tutti e tre la moto e uno di loro ha gli occhi da cattivo

  2. Beatrice ha detto:

    Posso sapere il nome del museo dove sono esposte le armature dei cavalieri dello zodiaco? A giugno sarò a Tokyo e credo da quello che leggo che i biglietti vanno prenotati prima.

    • tokyotiger ha detto:

      La mostra era temporanea (solo 11 giorni) come si può leggere dalle prime righe dell’articolo. Purtroppo nessuna armatura è più presente in loco.

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