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ROBERTO FERRARI 2005 UNRELEASED WORKS

Sono una persona a cui piace condividere le cose belle per cui, oggi, vorrei condividere con voi queste magnifiche illustazioni inedite di Roberto Ferrari nonchè i retroscena riguardo la loro creazione.

Sapete già (avendolo letto qui) che Roberto dal 1997 al 2001 ha lavorato presso la Tatsunoko Production come genga-man e character designer, quello che invece non sapete è che nel 2001, l’allora vice-presidente Kenji Yoshida, fratello di Tatsuo Yoshida e Ippei Kuri, convocò Roberto per affidargli un progetto.

“Ferrari san, ho sempre avuto un grande sogno, quello di realizzare un film d’animazione
prima di andare in pensione. Ti andrebbe di aiutarmi?”

Dopo aver proposto le sue idee chiese a Roberto se avesse in mente una storia, dei disegni o un progetto sul quale lavorare. Lui rispose che per pura coincidenza, nel suo tempo libero, aveva abbozzato alcuni personaggi. Accettò quindi, la proposta con entusiasmo. Il colloquio avvenne in presenza di Hiroshi Sasagawa regista e sceneggiatore delle serie Time Bokan.

Settei di Egomante, il protagonista del film. Secondo me è il volto di Alessandro, il fratello di Roberto

Mentre Roberto iniziava a definire il character design dei personaggi gli venne affiancato Ishikawa Manabu, un ragazzo che lavorava alla Tatsunoko come coordinatore ma molto in gamba con le sceneggiature.

LA TRAMA

Egomante è un giovane arguto e prestante che inizia ad investigare su una serie di delitti commessi da individui misteriosi: una via di mezzo tra insetti e mecha. Nel corso delle indagini, affiancato dai compagni di scuola Alek e Matilde, si verrà a scoprire che gli assassini sono in realtà uno solo: il protagonista. Egomante agisce con violenza e sotto molteplici identità perchè affetto da schizofrenia. Nei primi anni 2000 Roberto ci ha praticamente anticipato la trama di Split.

Settei di Matilde

Ma fu proprio durante le prime fasi di realizzazione del progetto che accadde l’inaspettato: Roberto decise di lasciare la Tatsunoko per cui il progetto naufragò. Un giorno potrete chiedere a Roberto (se vorrà) il motivo di questa scelta ma tenete presente che io non ne posso parlare.

Dal 2001 al 2004 Roberto trovò occupazione alla Namco dove realizzò i disegni di Nina Williams per Tekken- death by Degrees ma nel maggio del 2004, dopo quasi 9 anni a Tokyo, decise di tornare in Italia per tentare di realizzare un progetto piuttosto ambizioso: una serie anime con una produzione tutta italiana e indovinate un po’? Quali personaggi migliori se non quelli inutilizzati e ridisegnati (occidentalizzati per l’occasione) di Egomante?

L’intento di Roberto era quello di realizzare una serie sul genere supereroi/thriller di 13/26 episodi a seconda del successo. In Giappone si parte sempre con una mini-serie di pochi episodi con la possibilità di essere prolungata in caso di ascolti importanti.

Settei di Alek

Tuttavia, mentre era ancora tutto in divenire, Roberto ebbe le prime difficoltà. Già trovare un bravo scenografo in grado di realizzare scenografie stile Production I.G (Ghost in the Shell, Blood the last vampire) fu una bella impresa figuriamoci trovarne più di uno. Con molta probabilità oggi avrebbe chiesto la collaborazione del bravissimo Leonardo Ken Usami ma allora per Roberto non fu facile arruolare uno staff artistico all’altezza, capace di competere con il livelli -altissimi- delle produzioni giapponesi.

Queste complicanze unite ad altre circostanze fecero naugrafare il progetto che pertanto rimase -ancora per una volta- un sogno nel cassetto.

settei del padre di Egomante

Prima di tornare a lavorare in Giappone, nel febbraio del 2006, Roberto inviò il proprio curriculum -e questi settei- sia alla Gonzo che alla Production I.G le quali lo chiamarono entrambe per sostenere il colloquio. Pur essendo fortemente interessato ai loro progetti alla fine l’artista optò per l’offerta -economicamente più vantaggiosa- della Square-Enix.

Curiosità: Qualche anno dopo uscì Higashi no eden (東のエデン), un’anime della Production I.G nel quale era presente un personaggio molto simile a Matilde (cambiava solo il colore dei capelli). Con molta probabilità qualcuno all’interno della ditta aveva preso ispirazione dai settei di Roberto.

Fortunatamente, quando parlo di questo con Roberto, non mi pare affatto turbato dall’esito della vicenda, anzi. Rivedendo questi suoi vecchi disegni ammette quanto sia stato un bene che alla fine non se ne sia fatto più nulla. A suo dire non erano un granchè per cui, oggi, li rifarebbe tutti da capo.

Per realizzare i settei della madre di Egomante, Roberto si è ispirato all’attrice Gena Rowlands essendo grande fan del film Gloria (1980) di John Cassavetes

Capisco il suo punto di vista critico da disegnatore che evolvendosi non riesce più ad apprezzare i suoi disegni di un tempo ma teniamo pur sempre presente il contesto storico in cui vennero creati. Il design Tatsunoko in voga allora (e che passò ben presto di moda) prevedeva uno stile molto asciutto dalle linee davvero sottili (vedi lo Shin Hurricane Polimar del 1996) molto diverso da quello che possiamo considerare lo stile classico anni’70 dal tratto grezzo e corposo che, ad oggi, è rimasto nel cuore di tutti.

Non so voi ma io li trovo meravigliosi così come gli aneddoti e i retroscena legati alla loro creazione. Spero quindi di aver fatto cosa gradita nel condividere queste immagini inedite.

A quando un suo libro illustrato? Lo scopriremo solo vivendo.

3 Comments

  1. Paolo Soriani ha detto:

    Sono stupendi!!! Il mio preferito è Alek (mi ricorda Tatsuya il protagonista di Persona 2 Innocent Sin) , ma anche tutti gli altri personaggi sono davvero ben fatti!
    Sono certo che la sua mini serie avrebbe avuto un grande successo!
    Speriamo davvero che prima o poi questo sogno esca dal cassetto 🙂

  2. Jan ha detto:

    Assolutamente perfetti , come tutta l’arte del mitico Ferrari , questo stile ibrido tra oriente e occidente è veramente fantastico , vedere oggi in Italia (2020) tutti questi fumettisti che se la tirano tanto per ogni cazzata fatta con ipad o Wacom fa male … Roberto però non è mai stato un esempio da seguire , perché è un fenomeno naturale che neanche il software più sofisticato potrà mai eguagliare.

    • tokyotiger ha detto:

      Grazie del commento e si, in Italia vedo veramente gente che lavora pur non avendo un proprio stile e copiando disegni altrui. Poi ci sono anche disegnatori bravi eh ma son davvero pochissimi. Roberto è sicuramente un fenomeno. Se vedi i disegni che faceva da bimbo… già se ne intuiva la caratura.

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